Dopo l'inizio della crisi del 2008, i giovani sentivano tutto lo strazio e il dolore di un presente di incertezza. Stava finendo un'epoca in modo drammatico. Percepivano drammaticamente la fine i un'epoca e di un mondo, quello dei loro padri, che aveva portato un certo grande benessere. Col passare del tempo emergeva una fondamentale differenza rispetto alle generazioni passate: la consapevolezza del fatto che la vita non è stasi, bensì sviluppo, evoluzione.
In questa generazione iniziava a crescere qualche spirito che non s′accontentava della superficie delle cose. Caratteristica tipica di questi spiriti inquieti era quella di voler ragionare fino in fondo di ogni aspetto della vita, cercando di rendersi conto di se stessi, del mondo, dei complessi rapporti tra loro e il mondo.
Gabriele aveva uno spirito inquieto. Era un cercatore tormentato e bisognoso di certezze, desideroso di trovare una propria verità su sui informare le proprie azioni nell′universale relatività della cultura attuale. Anelava ad una maggiore consapevolezza di sé che permette alla personalità di realizzarsi evitando di sciuparsi nella banalità quotidiana di una esistenza inutile.
Al termine del discorso del sindacalista, la folla iniziò a disperdersi. Proprio in quel momento, Gabriele, incuriosito ed attratto dalla impassibile figura di Zarathustra, gli si avvicinò, salutandolo timidamente.
«Sei uno strano personaggio. - gli disse - te ne stai qui appoggiato al muro, osservando la gente con distacco. Sembra quasi che tu venga da un altro pianeta. »
La risposta di Zarathustra fu una risata divertita.
«Chi sei? » - continuò Gabriele.
«Io sono colui che ha insegnato a superare l'uomo. Io sono Zarathustra.» fu la risposta.
«E io potrei essere Socrate! », esclamò il ragazzo con tono di sfida.
«Ti stai sbagliando - lo interruppe Zarathustra - Forse potresti essere Pimandro, il discepolo di Ermete. Il ruolo ti sarebbe molto più adatto, se solo tu volessi crescere. »
«Pimandro, Ermete... chi sono costoro? »
«Lo scoprirai cercandolo.»
«Mi piace la tua risposta. Se tu me lo dicessi non ne avrei alcun beneficio.»
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