In principio era un flebile sussurro, ma ben presto il bisbiglio del passaparola divenne voce insistente. Infine divenne un grido di speranza. Dopo due secoli, Zarathustra era ricomparso. Molti giuravano e spergiuravano di averlo incontrato di qua e di là. Era stato avvistato per le strade e sulle piazze.
Alcuni, sentendo questi racconti, presero a cercarlo. Erano giovani turbati dalla crisi presente, incapaci di vedere un futuro di fronte a sé e bisognosi di una speranza. L'incertezza del presente li gettava in uno stato d'ansia continua e preoccupazione. Si rendevano conto dei grandi mutamenti in corso, di una crisi epocale e drammatica, di cui non riuscivano a comprendere il senso.
Per molti di questi giovani, Zarathustra aveva assunto il significato di una speranza, una guida profetica. Lo avevano conosciuto attraverso gli scritti di Nietzsche che avevano letto con trasporto e fervore. Questi testi di speranza era stato l'oggetto di lettura attenta, riflessione e meditazione.
Zarathustra assumeva la viva sacralità di una voce che parlava direttamente all'anima interiore era stato sacro, per loro, come la voce che scendeva dalla montagna lo era stato per Mosè. Era stata la voce dirompente e viva, più forte di ogni altra, perchè aveva la capacità di dischiudere le porte dell'intimo nostro e di fornirci una guida illuminata verso il nostro personale destino. Era la voce che ci forniva uno sprone continuo a portare a compimento questo destino, fino infondo con determinazione. Questo e molto altro ancora era Zarathustra, per la mia generazione e quelle seguenti.
Queste generazioni incompiute per le circostanze paiono sempre più un cantiere a cielo aperto, che rimanda invece alla ricerca di un senso della vita. Generazioni divise tra i due abissi paralleli, ed incapaci di risolvere questo dualismo essenziale, divengono capaci proprio per questo di apprezzare le cose del mondo in modo sofferto ed inquieto caratteristico di questo stato di cantiere perennemente incompiuto verso un futuro imprecisato.
A differenza di tutte le generazioni precedenti, si trattava di generazioni più sole ed inquiete, a causa della drammatica crisi e dei fallimenti delle grandi ideologie del passato. Potremmo dire che per la prima volta negli ultimi secoli, intere generazioni sono cresciute ed hanno iniziato un proprio percorso formativo e di crescita in assenza di un preciso riferimento culturale, di una dottrina ferma e compiutamente formulata che potesse aiutarle in questo percorso. Sono nuove generazioni, le generazioni dell'incertezza, a un lato, ma anche divenire e del trasmutare dall'altro. Al fine di un lungo e faticoso percorso si trovano di fronte una occasione senza precedenti, quella di poter di trovare al di là di tutto il ciarpame ammassato nei secoli, il senso e la misura di ciò che valga la pena, di ciò che è grande e sacro.
Non si possono prevedere i risultati di questo percorso. Tuttavia, si può ragionevolmente pensare che solo quanto possa resistere alla verifica di una esperienza vissuta potrà sopravvivere. Il risultato potrà essere un uomo nuovo capace di raffinare il suo intendimento e potenziare la sua esistenza contro antistorici dogmi e moralismi. Un uomo nuovo reso capace di sviluppare una coscienza più acuta e una forza spirituale più robusta.
E questo spiega l'attrazione viva che Zarathustra poteva esercitare sui giovani.
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