Gli ultimi fatti della politica nazionale mi hanno portato a leggere Locke, fondatore di quella tradizione culturale che oggi definiamo "Liberale", e in particolare il secondo trattato sul governo.
Locke riteneva possibile la ribellione dei cittadini allo Stato, che a suo e mio avviso si fonda su un contratto sociale. In quali casi riteneva giusta o ammissibile la ribellione? Proviamo a vederli assieme attraverso una lunga citazione.
Come l'usurpazione è l'esercizio di un potere a cui un altro ha diritto, cosí latirannide è l'esercizio del potere oltre il diritto, a cui nessuno può averdiritto. E ciò consiste nel far uso del potere che uno ha nelle mani non per ilbene di quelli che vi sottostanno, ma per il suo distinto vantaggio privato,quando cioè il governante, di qualunque titolo sia insignito, fa norma nondella legge ma della propria volontà, e i suoi comandi e le sue azioni sonodirette non alla conservazione delle proprietà del suo popolo, ma allasoddisfazione delle proprie ambizioni, vendette, cupidigie o altre passionisregolate.
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Là dove lalegge finisce, comincia la tirannide, quando la legge sia trasgredita a dannodi altri, e chiunque nell'autorità ecceda il potere conferitogli dalla legge efaccia uso della forza che ha al proprio comando per compiere nei riguardi deisudditi ciò che la legge non permette, cessa, in ciò, d'esser magistrato, e, inquanto delibera senza autorità, ci si può opporre a lui come ci si oppone a unaltro qualsiasi che con la forza viola il diritto altrui.
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Ma alloraci si può opporre ai comandi di un principe? Si può resistergli ogni volta checi si trova offesi, e anche soltanto quando si immagina che egli ci abbia fattoqualcosa che non aveva il diritto di fare? Ma questo scardinerà e sovvertiràtutte le società politiche, e invece del governo e dell'ordine non lascerà cheanarchia e confusione.
A questorispondo che la forza deve essere opposta soltanto alla forza ingiusta eillegale. Chiunque fa opposizione in qualsiasi altro caso, attira su di sé unagiusta condanna sia di Dio sia dell'uomo; e cosí non ne seguirà nessuno di queipericoli e di quelle confusioni, che spesso vengono suggerite.
Se gli attilegali si sono estesi alla maggioranza del popolo, o se il maltrattamento el'oppressione hanno toccato soltanto poche persone, ma in casi tali, che essicostituiscono un precedente e hanno conseguenze che sembrano minacciare tuttigli altri, e se questi sono persuasi nelle loro coscienze, che le leggi e conesse le loro proprietà, libertà e vite sono in pericolo, e forse lo è perfinola loro religione, non saprei dire come si possa impedir loro di far resistenzaalla forza illegale usata nei loro confronti. Questo è un inconveniente, loammetto, che minaccia tutti i governi, quando i governanti sono arrivati aquesto punto, di essere generalmente sospettati dal loro popolo. Questo è lostato piú pericoloso nel quale essi si possono mettere; ma è anche lo stato nelquale meno meritano di essere compianti, perché è cosí facile evitarlo. Èimpossibile che si veda e si senta un governante in questa luce, se eglirealmente tende al bene del suo popolo e alla conservazione del popolo einsieme della sua legge, proprio come per un padre di famiglia è difficile nonlasciar vedere ai bambini che li ama e che si prende cura di essi.
(J. Locke, Due trattati sulgoverno, UTET, Torino, 1960, pagg. 401, 403;
Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1968, vol.XIII, pag. 626)
Sich Mi dispiace dirlo, ma in Italia la ribellione sarebbe possibile secondo colui che ritengo il più grande maistre a pensé liberale.
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