Di fronte allo sfacelo in cui ci hanno condotto, sentiamo il dovere e l’orgoglio di reagire. Di reagire con impeto e ardore, di rimboccarci le maniche e lavorare per ricostruire un futuro che sia un’ipotesi reale e credibile. Abbiamo il dovere di rinunciare alla comodità, all’accidia e all’ignavia, di ribellarci ad una società che premia la mediocrità dei signorsì.
Abbiamo il dovere di reagire con coraggio e con forza, per rinnovare il presente, con la consapevolezza che questo rinnovamento è l’unica strada da cui può passare l’uscita da questa terribile crisi che annebbia le idee e addormenta i pensieri.
Oggi è più che mai necessario farla finita con il vecchiume, i piagnistei, l’estenuante borbottio, le lamentele, gli scricchiolii moribondi e lagnosi. Soprattutto è ora di smascherare il finto nuovo che qualche personaggio pubblico incarna, un finto nuovismo di facciata che puzza di cadavere in decomposizione.
A questo insopportabile e fetido degrado, oggi evidente agli occhi di tutti i cittadini attivi, opponiamo una nuova cultura e nuovi contenuti.
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